venerdì 5 giugno 2009
Non mi svegliare!
Non mi svegliare
Era una sera
Quasi di primavera
Sotto il cielo stellato
C’era un sognatore.
E quella sera
quando andai a dormire
ero io quel sognatore...
Sognavo te.
E quella notte dormii
non so come
ricordo solo: sognavo...
di stare con te.
E l’indomani mi svegliai,
aprii gli occhi
ma non ceri, ero solo,
mi mancavi tu.
---------------
Si dice che quello
che si chiama "amore"
abbia un sublime sapore...
Voglio assaggiare.
--------------- x2
Quando riguardo
quel cielo stellato,
mi chiedo solo perché
ti abbia regalato... a me.
Qualunque cosa sia stato,
è successo
Mi hai cambiato la vita...
non son più lo stesso.
Immaginare, pensarti:
volare
Si dice facile, inutile
Saper solo sognare.
E se pure stessi
soltanto sognando
Te lo chiedo col cuore
Non mi svegliare!
---------------
Si dice che quello
che si chiama "amore"
abbia un sublime sapore...
Ho sete d’amore.
Si dice che quello
che si chiama "amore"
abbia un sublime sapore...
Ho sete di te.
---------------
Chissà se è stato
solo un caso incontrarti
o qualcuno lassù
mi abbia fatto un favore.
Chissà se è stato
solo un caso incontrarti;
di una cosa son certo:
Sono pazzo di te!
Ti amo...
venerdì 15 maggio 2009
Curare la fine di un amore fa male.
Coraggio non vuole dire avere sempre il viso asciutto, ma camminare a testa alta anche con le lacrime agli occhi.
Te n'eri accorto da un po' di tempo. Sapevi che stava cambiando qualcosa e che quel "ti amo amore mio" si stava lentamente trasformando in un "ti voglio bene" e poi in quell'assai temuto silenzio di un "addio". Anche se lo sapevi, non avevi mai avuto il coraggio di parlarne con lei, perchè avevi paura, quella angosciosa paura di restare solo, che nasce contemporaneamente all'"amore" già in previsione della sua fine.
E' arrivato il momento di parlarne, ma sebbene ti sia preparato già ad affontare il problema ti vien meno il fiato e pesi ogni parola così tanto, da non riuscire a scegliere quelle giuste.
Dopo l'imbarazzante silenzio di pochi secondi vi dite d'esservi accorti che la passione iniziale sia svanita, e che non ci sia più il senso di continuare a stare insieme.
Non sei sicuro di quello che dici, ma per una reazione di orgoglio menti a te stesso non accettando la triste realtà di amare senza essere amato. Dopo il discorso vi promettete di rimanere amici: impossibile. Sarebbe come pretendere che un bicchiere tanto prezioso resti perfettamente intatto anche dopo essere stato scagliato con violenza sul pavimento.
E dopo un "ci vediamo" che ha tanto il sapore di un "addio" ti accorgi che rimmarrai per sempre con il rimpianto di non averle detto per l'ultima volta "ti amo".
Allora le giri le spalle e vai per la tua strada, e nonstante tu voglia guardarla per l'ultima volta, non lo fai per non sembrare il più "debole" tra i due.
Non versi una lacrima, tieni tutto dentro, convincendoti di aver fatto la scelta giusta e che sia stato meglio troncare una storia che non avesse più ragione di continuare ad essere scritta.
Ripensi al momento in cui avevate deciso in due di scrivere il libro del vostro sentimento, che non contenesse la parola "fine", invece poi l'ha chiuso con indifferenza, abbandonandolo insieme a tanti altri.
Cammini per strada con un sorriso imbevuto di menzogna e senti dentro tutta quell'adrenalina e tensione che vorresti scaricare su un sacco da box, o magari sulla prossima preda della tua pescatrice, che dopo averti assaggiato ti ha rigettato nel fiume, con ancora i segni di un morso nella tua carne.
Ti ripeti che nella coppia qualcuno non meritasse l'altro, e cerchi invano di convincerti che fosse la tua ex-lei a non essere stata alla tua altezza, quando invece sai per certo di aver perso l'opportunità più grande della tua vita.
Dopo i primi giorni di indifferenza non riesci a non fissarle gli occhi, quelli stessi occhi, che senza proferire parola erano stati in grado di dire "ti amo", ma che ora comunicano la più totale indifferenza. Stai male perchè sai di essere tra i due quello che ci soffe di più, anzi l'unico a soffrire, ma ti manca il "coraggio" di piangere.
Allora sembra che il mondo si sia fermato per un secondo e poi abbia ripreso a girare nel verso opposto, e che tutto ciò che prima sembrava essere tanto "perfetto" sembra essere totalmente orribile. Arriva il momento in cui ti rendi conto che se l'amore è davvero la cosa più bella della vita, la vita fa veramente schifo.
Vivi ancora con la speranza che il sentimento possa rinascere da parte sua, e ti ostini a guardare lo schermo del cellulare nell'attesa di quel messaggio di rimpianto di lei, di quel messaggio che ti cambierebbe nuovamente la vita, di quel messaggio che non arriverà mai.
Dopo quel periodo iniziale, che risulta direttamente proporzionale alla sensibilità di ciascuno, in cui tenti di non pensarci e di celare la ferita sotto un velo di indifferenza, ti sfoghi e lasci uscire tutte quelle lacrime che avevi lasciato accumularsi dietro quello sguardo ferito (spesso una serie di circosanze poco piacevoli e il discutere con un/una migliore amico/a aiuta molto a sfogarsi). E' così strano che quella lacrime, quelle gocce d'acqua pura, trasparente ed incontaminata che escono dagli occhi e ti solcano il viso contengano tutto quell'indicibile, cupo dolore.
E' assudo che un così profondo e passionale amore verso una persona tanto speciale, una persona che eri convinto fosse "quella giusta" si risolva nel buio della più totale disperazione.
Togliersi un cerotto e immergere la ferita nell'acqua di mare non è comportamento di masochista, ma di colui che ha trovato la forza di curarla, perchè se è vero che una ferita fa male, è anche vero che senza che bruci un po' non guarirà mai.
EDIT (18/05/2009): Dopo aver perso ogni cognizione di tempo e spazio, guardi di sfuggita il calendario... 18/05/2009, e quel 18 ti torna in mente ogni istante, quello stesso 18 che due mesi prima aveva significato l'inizio di un sogno, il più bello che avessi mai fatto finchè circostanze particolari ti hanno "buttato giù dal letto". Aprendo il portafoglio trovi il biglietto di quel treno che ti aveva accompagnato da lei. Sai che ti costa tanto dolore riguardarlo e ripensare ai bei momenti passati insieme, ma lo conservi ugualmente. Sfogliando poi tra le cartelle del computer, leggi il testo di quella canzone, che le avevi scritto ma che, non avendo trovato il tempo (o il coraggio?!) per fargliela ascoltare, era rimasto un insignificante file di testo da cestinare. E ti rendi conto sempre di più di averla amata e di amarla ancora. Ma presa coscienza che del verbo "amare" non esista l'imperativo, non resta che rassegnarti.
Un "ti amo" è un'arma troppo pericolosa sulla bocca di chiunque.
D'ora in poi farai più attenzione a dosare quelle due "stupide" parole, di cui forse non conosci ancora il significato...
Te n'eri accorto da un po' di tempo. Sapevi che stava cambiando qualcosa e che quel "ti amo amore mio" si stava lentamente trasformando in un "ti voglio bene" e poi in quell'assai temuto silenzio di un "addio". Anche se lo sapevi, non avevi mai avuto il coraggio di parlarne con lei, perchè avevi paura, quella angosciosa paura di restare solo, che nasce contemporaneamente all'"amore" già in previsione della sua fine.
E' arrivato il momento di parlarne, ma sebbene ti sia preparato già ad affontare il problema ti vien meno il fiato e pesi ogni parola così tanto, da non riuscire a scegliere quelle giuste.
Dopo l'imbarazzante silenzio di pochi secondi vi dite d'esservi accorti che la passione iniziale sia svanita, e che non ci sia più il senso di continuare a stare insieme.
Non sei sicuro di quello che dici, ma per una reazione di orgoglio menti a te stesso non accettando la triste realtà di amare senza essere amato. Dopo il discorso vi promettete di rimanere amici: impossibile. Sarebbe come pretendere che un bicchiere tanto prezioso resti perfettamente intatto anche dopo essere stato scagliato con violenza sul pavimento.
E dopo un "ci vediamo" che ha tanto il sapore di un "addio" ti accorgi che rimmarrai per sempre con il rimpianto di non averle detto per l'ultima volta "ti amo".
Allora le giri le spalle e vai per la tua strada, e nonstante tu voglia guardarla per l'ultima volta, non lo fai per non sembrare il più "debole" tra i due.
Non versi una lacrima, tieni tutto dentro, convincendoti di aver fatto la scelta giusta e che sia stato meglio troncare una storia che non avesse più ragione di continuare ad essere scritta.
Ripensi al momento in cui avevate deciso in due di scrivere il libro del vostro sentimento, che non contenesse la parola "fine", invece poi l'ha chiuso con indifferenza, abbandonandolo insieme a tanti altri.
Cammini per strada con un sorriso imbevuto di menzogna e senti dentro tutta quell'adrenalina e tensione che vorresti scaricare su un sacco da box, o magari sulla prossima preda della tua pescatrice, che dopo averti assaggiato ti ha rigettato nel fiume, con ancora i segni di un morso nella tua carne.
Ti ripeti che nella coppia qualcuno non meritasse l'altro, e cerchi invano di convincerti che fosse la tua ex-lei a non essere stata alla tua altezza, quando invece sai per certo di aver perso l'opportunità più grande della tua vita.
Dopo i primi giorni di indifferenza non riesci a non fissarle gli occhi, quelli stessi occhi, che senza proferire parola erano stati in grado di dire "ti amo", ma che ora comunicano la più totale indifferenza. Stai male perchè sai di essere tra i due quello che ci soffe di più, anzi l'unico a soffrire, ma ti manca il "coraggio" di piangere.
Allora sembra che il mondo si sia fermato per un secondo e poi abbia ripreso a girare nel verso opposto, e che tutto ciò che prima sembrava essere tanto "perfetto" sembra essere totalmente orribile. Arriva il momento in cui ti rendi conto che se l'amore è davvero la cosa più bella della vita, la vita fa veramente schifo.
Vivi ancora con la speranza che il sentimento possa rinascere da parte sua, e ti ostini a guardare lo schermo del cellulare nell'attesa di quel messaggio di rimpianto di lei, di quel messaggio che ti cambierebbe nuovamente la vita, di quel messaggio che non arriverà mai.
Dopo quel periodo iniziale, che risulta direttamente proporzionale alla sensibilità di ciascuno, in cui tenti di non pensarci e di celare la ferita sotto un velo di indifferenza, ti sfoghi e lasci uscire tutte quelle lacrime che avevi lasciato accumularsi dietro quello sguardo ferito (spesso una serie di circosanze poco piacevoli e il discutere con un/una migliore amico/a aiuta molto a sfogarsi). E' così strano che quella lacrime, quelle gocce d'acqua pura, trasparente ed incontaminata che escono dagli occhi e ti solcano il viso contengano tutto quell'indicibile, cupo dolore.
E' assudo che un così profondo e passionale amore verso una persona tanto speciale, una persona che eri convinto fosse "quella giusta" si risolva nel buio della più totale disperazione.
Togliersi un cerotto e immergere la ferita nell'acqua di mare non è comportamento di masochista, ma di colui che ha trovato la forza di curarla, perchè se è vero che una ferita fa male, è anche vero che senza che bruci un po' non guarirà mai.
EDIT (18/05/2009): Dopo aver perso ogni cognizione di tempo e spazio, guardi di sfuggita il calendario... 18/05/2009, e quel 18 ti torna in mente ogni istante, quello stesso 18 che due mesi prima aveva significato l'inizio di un sogno, il più bello che avessi mai fatto finchè circostanze particolari ti hanno "buttato giù dal letto". Aprendo il portafoglio trovi il biglietto di quel treno che ti aveva accompagnato da lei. Sai che ti costa tanto dolore riguardarlo e ripensare ai bei momenti passati insieme, ma lo conservi ugualmente. Sfogliando poi tra le cartelle del computer, leggi il testo di quella canzone, che le avevi scritto ma che, non avendo trovato il tempo (o il coraggio?!) per fargliela ascoltare, era rimasto un insignificante file di testo da cestinare. E ti rendi conto sempre di più di averla amata e di amarla ancora. Ma presa coscienza che del verbo "amare" non esista l'imperativo, non resta che rassegnarti.
Un "ti amo" è un'arma troppo pericolosa sulla bocca di chiunque.
D'ora in poi farai più attenzione a dosare quelle due "stupide" parole, di cui forse non conosci ancora il significato...
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